COME ABBIAMO FATTO A RIDURCI COSì
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Come abbiamo fatto a ridurci così?
Non lo so. Ma in fondo, che domanda è? Chi può dirlo, come diavolo abbiamo fatto a ridurci così… C’è chi dice che sia tutta colpa del Governo, chi dell’Europa, chi ancora dà la colpa agli immigrati.
Sì, quei poveri Cristi che arrivavano sui barconi, a milioni ne sono arrivati. Ogni giorno accendevi la tv e sentivi di nuovi sbarchi. E quelli erano i giorni buoni. Altre volte accendevi la tv e sentivi dei naufragi. Poveracci. Certo era il colmo però, per la gente che scappa dalla siccità, attraversando il deserto del Sahara, finire poi a morire in mezzo all’acqua. Eppure, li sentivi, ancora e ancora, i politici e poi i cittadini, ripetere le stesse parole: “Non possiamo accoglierli tutti”, “Aiutiamoli a casa loro”, “Siamo stranieri a casa nostra”.
Poi ovviamente, non mancava mai il commento: “E l’UE cosa fa?”
Cosa faceva l’UE non lo so bene, non ne ho mai capito di politica. Ma ci hanno provato, pure loro. Ci hanno dato i finanziamenti, ma quel buono a nulla di Pesti li ha fatti sparire. Il Ministro Ladrone lo hanno chiamato. Dove sia finito quel mezzo miliardo stanziato per aprire nuovi centri di accoglienza, assumere addetti alla registrazione e allo smistamento, dare qualcosa da mettere sotto ai denti a tutti quei profughi ancora non si sa. Mezzo miliardo. Quante cose avrebbero cambiato quei soldi. Pesti ovviamente ha negato anche l’evidenza, dicendo di essere stato incastrato, ma non sono mai stato uno di quei credulodi che abbocca ad ogni teoria di complotto. Anche se…
Ad ogni modo, l’Unione ha deciso che di soldi non ce ne dava più, allora ci hanno dato le navi, spesate da loro. Pure quelle non andavano bene. Collect and Share le avevano chiamate, raccogli e condividi. Ricordo che ogni nave aveva il nome in codice ‘CaS’ seguito dal numero, c’era la Cas-1, la CaS-2 eccetera. Beh si vede che chiunque abbia inventato il nome non ha preso in considerazione la lingua italiana e le varie storpiature che tutti, me compreso, ne hanno fatto: “il mare è pieno di pesci e di CaS”, o “è rientrata in porto la Cas-0” e via dicendo. Mi facevano ridere, certo, ma la situazione rimaneva tragica. Sì perché il problema lo capirono tutti subito: le navi dovevano soccorrere tutti i disperati in mare e portarli nel porto sicuro più vicino. Questo si intendeva per ‘condividere’. Ma come fai a condividere con la Germania, o la Svezia o la Danimarca? Non si può, quindi a condividere questo peso erano solo Italia, Grecia e Spagna.
E ne arrivavano tanti, troppi davvero. Non ci stavano. Fisicamente non ci stavano: non ci stavano sulle barcacce con cui partivano, la metà affondava; non ci stavano nei centri di accoglienza; non ci stavano nei registri e negli elenchi e nei sistemi. Non ci stavano e basta. Davano fastidio, come un sassolino nella scarpa. Davano fastidio a noi, qui al nord, che ne vedevamo comunque pochi, posso capire come la vivessero giù, al sud. In Calabria, in Puglia, in Basilicata c’erano tendopoli dappertutto. Ad ogni angolo tendopoli piene di profughi, ricavate con materiale di fortuna, abbandonate ad un degrado indescrivibile. E alla gente del posto non piaceva mica. Quando passavano le immagini, ai telegiornali, mi si storceva il naso. Non per la gente, no, non sono mai stato razzista. Era per le condizioni.
Vivevano come degli animali, senza acqua, senza corrente, senza riscaldamento. Ne mettevano 20 o 30 in tende da 10. E poi c’erano le rivolte, ovviamente. A nessuno piacerebbe essere trattato così, dopo aver percorso mezzo continente, superando prima un deserto e poi il mare aperto. Ma a benpensanti italiani non fregava, loro si sentivano stranieri a casa propria.
Che poi è stato questo, che li ha fatti vincere, quelli del Partito della Salvezza.
Io non mi sono mai fidato di chi ti offre sia la botte piena che la moglie ubriaca. In fondo, se una cosa è troppo bella per essere vera, allora mi sa tanto che vera non è. Per questo il PdS non mi è mai piaciuto, perché prometteva di “salvare l’Italia”. Salvarla dall’Unione Europea ingiusta, dagli immigrati clandestini e da un vuoto identitario crescente. E quindi un po’ li capisco, quelli che hanno abboccato. Sì perché alla gente che si sente vuota, senza un’identità, straniera a casa propria, non c’è nulla che faccia più gola di qualcuno che ti dica “noi siamo questo e combatteremo per esserlo”.
Però diamine, ha avuto un’ascesa incredibile: ricordo ancora quando vinsero alle amministrative in Piemonte e Veneto. La prima cosa che pensai era “Ma questi chi sono?” ma ancora adesso non saprei rispondere. Non so da dove siano sbucati, io, di politica, non mi sono mai interessato lo sai. Al tempo non ci davo peso: avevo da pensare a te, non era colpa tua infondo, eri sempre più malata e qualcuno doveva aiutarti. Coi ragazzi via, non era facile, ma ho fatto del mio meglio. Per noi. Non so se avrei potuto far di meglio come cittadino, insomma, come italiano.
Ricordo quando ci furono le elezioni politiche, ecco sarei potuto andare a votare. Non lo feci. Non credo proprio il mio voto sarebbe stato decisivo, ma come me ci son stati milioni e milioni di altri cittadini che non hanno fatto il proprio dovere, mosso il culo fino al seggio elettorale e fermato questo scempio. Però chi altro avrei potuto votare? Quelli di sinistra che facevano finta di non vedere il problema dell’immigrazione o quelli di destra che non parlavano d’altro. Almeno Lotario, col suo Partito della Salvezza, parlava anche d’altro. Forse, se fossi andato a votare avrei votato pure io per lui, fissando l’ennesimo chiodo alla bara del nostro Paese. Chi lo sa.
Sta di fatto che forse, se siamo arrivati a ridurci così, è anche colpa loro, di quelli del Governo della Salvezza. Una cosa strabiliante, però, avere la maggioranza assoluta in entrambe le camere. Tutti i giornali ne parlarono: dicevano che era la seconda volta dall’Unità che succedeva, dal 1948 se non sbaglio. Strabiliante, ma spaventoso.
C’era chi sperava che Corinna non cedesse, che chiamasse un Governo tecnico di qualche sorta. C’erano le femministe e i gay principalmente, me li ricordo che sfilavano per le strade con le bandiere arcobaleno urlando che il Partito della Salvezza ci avrebbe riportati al medioevo. C’erano poi gli economi, quelli che temevano ogni possibile mossa che Lotario avrebbe potuto fare con entrambe le camere dalla sua, che chiedevano un secondo voto. C’erano anche quelli che dicevano che avevano votato in troppo pochi per poter dare la maggioranza assoluta ad un partito. Non ricordo i numeri precisi, ma praticamente con il suo 66% di voti Lotario rappresentava meno del 30% del popolo.
Ma quello era il popolo che si era presentato alle urne e a cui il Presidente della Repubblica doveva rispondere. Quindi, per quando inverosimile, Corinna ha chiesto a Lotario di creare il Governo della Salvezza, che si è messo alla guida dell’intero paese nonostante l’affluenza così bassa, nonostante tutte le proteste di chi, dietro al Partito della Salvezza ci aveva visto qualcosa di sporco.
E quello sporco ci ha messo poco a saltar fuori.
Io ancora mi ricordo quell’intervista di Lotario, non ricordo il giornale che la pubblicò, ma ricordo solo che la lessi mentre ero in sala d’attesa, all’ospedale. Tu avevi avuto uno dei tuoi attacchi nel bel mezzo della notte, allora ti portai al pronto soccorso. Un’infermiera, vedendomi stanco e provato, mi portò un thè caldo e il giornale appena arrivato. Lo sfogliavo con indifferenza fino a quando non incrociai lo sguardo di quel capellone. Ha sempre avuto un’aria buffa, come altri politici prima di lui: Trump, Johnson, Lotario… forse era una moda, nella loro cerchia.
Sta di fatto che già ai tempi, qualche mese prima di diventare Premier, l’aveva detto che lui, dell’Europa, non si fidava. E molti cittadini, come lui, non si fidavano. È bastato uno sgarro dell’Unione per dar vita a tutto il rancore che la gente serbava da così tanto tempo.
Ricordo anche quel discorso che fece in conferenza stampa, di come parlava di sicurezza, di prosperità e di futuro. E quanti a corrergli dietro, a dire che la cultura italiana era a rischio, che la nostra identità nazionale stava sparendo, che eravamo burattini dell’UE.
26/04/2024 – Video Telegiornale
Non mi stupì, quella conferenza stampa, quando annunciò l’uscita dell’Italia dall’Unione. Stupì sicuramente gli altri Paesi, ma qui da noi si respirava nell’aria da un po’. Quello che mi stupì fu sicuramente la modalità: nessun referendum, nessuna votazione popolare, niente di niente. Quelli del Partito della Salvezza si giustificarono dicendo che non ne valeva la pena, di spendere soldi pubblici, per votare qualcosa che erano certi essere nell’interesse dei cittadini italiani.
A poco sono servite tutte le proteste nelle piazze, gli scioperi, i cortei e le petizioni: Lotario aveva entrambe le camere in pugno, gli è bastato schioccare le dita per compiere la sua magia. E in tempi da record. Nel giro di un anno eravamo fuori, alla faccia degli inglesi che ce ne hanno messi quattro.
Ma la cosa peggiore non è stata lasciare l’Unione nel giro di pochi mesi, il dover tornare alla Lira e fare tutti quei calcoli per capire il prezzo delle cose, e nemmeno il non poter più uscire dal Paese se non per comprovate necessità… no, la cosa peggiore è stata quando i ragazzi ci hanno chiamato dicendoci di quelle dannate Cartoline di scuse. Mi vien quasi da ridere adesso, se solo ci ripenso.
Quanto doveva sentirsi sicuro di sé, Lotario, per inviare delle cartoline a tutti gli italiani all’estero, per scusarsi addirittura di come i governi precedenti al suo avessero trattato questi “cervelli in fuga” e, in sordina, minacciarli di rientrare in Italia prima dell’Italeave, pena l’esilio. Offriva a loro il rimborso del viaggio di ritorno, compreso il trasloco. Inoltre, c’erano tanti di quegli incentivi economici e sgravi fiscali a rendere la posta in gioco ancora più ghiotta.
Certo, i nostri figli non ci hanno abboccato. Son contento ora che non l’abbiano fatto. Al tempo mi si spezzò il cuore, ma compresi: anche io, nei loro panni, non sarei mica tornato in un paese sempre più totalitario, sempre meno democratico. Sgravi e incentivi non valgono il diritto di voto su un tema così delicato, penso. Mi dissero di raggiungerli in Germania: ti immagini noi due lì, in mezzo ai crucchi, al freddo, a parlare una lingua come la loro. No, ho preferito trascorrere gli ultimi anni che ci rimanevano qui, tra i pochi volti familiari che ci restavano. E poi la tua malattia era sempre peggio, come avrei potuto portarti fin lassù?
13/03/2025 – Video Telegiornale
Son tre anni, ormai, che non li vediamo i nostri figli. Una settimana che non li sento nemmeno per telefono. Spero tanto che se la stiano cavando. E lo spero anche per Karim e la sua famiglia.
Quel ragazzino mi riempiva il cuore di gioia, lo ammetto. Tu forse, non ce l’hai presente, ma era il figlio dei vicini, di Fatima e Youseff. Dovrebbe compiere 13 anni tra poche settimane.
Mi piaceva quel ragazzino, non è come tutti quegli altri ragazzini suoi coetanei: ha la testa sulle spalle, si vede che è stato cresciuto con un’etica del lavoro. I suoi lavoravano tanto e duramente per poter arrivare a fine mese: Fatima, coi suoi occhioni verdi, lavorava in un supermercato, faceva la cassiera part-time, quando finiva il turno andava nelle case delle signore per bene a fare le faccende e quando finiva lì, tornava a casa propria a fare le faccende; Youseff lavorava alla fabbrica, aveva dei turni orribili e quando poteva si fermava a fare gli straordinari, pur di portare qualche soldo in più a casa.
Karim si vedeva proprio che era figlio loro: quando entrambi erano via, veniva da noi, te lo ricordi? No, tu spesso stavi a letto, a riposare. Mi ricordo che si metteva sul tavolo in cucina, coi piedi a penzoloni, a fare tutti i suoi compiti. Non c’era nulla che potesse distrarlo: la tv, l’offerta di una merenda o la proposta di fare una passeggiata al parco. No, finché non finiva i compiti non si alzava dalla sedia.
Aveva dei voti molto alti, voleva fare il medico, lo diceva sempre. Mi aveva promesso che avrebbe trovato una medicina per te.
Karim aveva solo 11 anni quando lo hanno portato via, insieme a Fatima e Youseff. Li hanno rispediti in Marocco: lui non c’era mai stato prima, è nato qui in Italia, ma non aveva ancora la cittadinanza. Così, il decreto ‘Salva Italia’ non ha fatto differenze: li hanno caricati tutti su un volo e spediti a Marrakesh. E con loro, milioni di altri extra-comunitari. Non che i residenti comunitari se la vedessero meglio: oramai l’Italia non era più membro di nessuna comunità! Anche gli europei, quelli che non volevano rinunciare alla cittadinanza del loro paese d’origine, furono espatriati. Furono tutti rispediti “a casa loro”, senza pensare alle conseguenze, alle vite, ai legami, senza pensare che l’Italia fosse casa loro.
15/12/2025 – Video Telegiornale
E poi, sempre quel dannato decreto, ‘Salva Italia’, bandì i nostri figli dal ritornare, perché erano traditori della patria. Loro chiusi fuori, noi chiusi dentro.
È così che abbiamo festeggiato il 15 Dicembre del 2025, la Seconda Liberazione. Con la gente, nelle piazze, che non protestava più, ma festeggiava! Con quei cortei, tutti col tricolore in mano, c’era chi strappava la bandiera europea, chi la bruciava, chi ci faceva altro ancora… che animali! Festeggiavano con i loro cori, dedicati a Lotario “eroe nazionale”, così lo avevano definito; cantavano l’inno vantandosi della propria identità, finalmente ritrovata e salvata. Festeggiavano l’Italeave, ormai compiuto, pensando di essersi liberati dal nemico: l’Unione opprimente, i clandestini che venivano a fare i criminali e gli stranieri che rubavano il lavoro. Festeggiano, gli stolti.
Ricordo che il corteo del nostro paesino era passato proprio sotto il nostro condominio. Tu ti eri emozionata così tanto, nel vedere la gente felice, cantare e ballare per strada. Non ti rendevi conto, allora, di come ci eravamo ridotti e a cosa avevamo rinunciato. Preferivo non parlartene, di tutta questa situazione, della politica, dell’economia. Non ne capivo molto neanche io, lo sai bene ormai, ma ecco, preferivo farti stare tranquilla e serena.
Che poi è quello che il Governo voleva per tutti noi, farci stare tutti tranquilli e sereni. Per questo hanno iniziato a tirar fuori tutte quelle belle notizie: prima il tasso di criminalità che crolla e poi quello dei tossici che diminuisce di netto, e tutti a dire ‘vedete, erano gli immigrati, venivano a spacciare e rubare’; poi col tasso di natalità in crescita, così come quello dei matrimoni, mentre i divorzi erano quasi scomparsi, e tutti a dire ‘ecco, vedete, abbiamo ritrovato la nostra identità cattolica’; poi iniziarono a dire che anche l’economia andava a gonfie vele.
Ecco questo forse non gli è uscito tanto bene, la gente un po’ si rendeva conto che con la Lira, fuori dall’Unione, le cose non andavano così tanto bene come quelli del Governo volevano farci credere. Inoltre, dagli altri paesi provenivano notizie contrastanti, che screditavano tutto ciò che veniva pubblicato in relazione all’economia e alla finanza. Ma anche a questo hanno trovato una soluzione, Lotario e compagnia bella: hanno iniziato a dire che i paesi dell’UE erano invidiosi della nostra libertà, che volevano spaventarsi a vicenda per non far collassare tutta l’Unione, che volevano tranquillizzare i propri cittadini per farli rimanere all’interno della comunità.
Tutti si accusavano tra di loro, come dei bambini dell’asilo.
Per questo Lotario ha deciso di spostare la battaglia su un cambio avverso al nemico: la radio.
Così, nacque Radio della Salvezza, che ogni giorno faceva riecheggiare la voce di Don Francesco in tutte le case degli italiani. Ogni giorno, tra una preghiera ed una benedizione, ci veniva ricordato l’operato del Governo per rendere il nostro paese migliore e più sicuro. Ogni giorno, dopo il consueto Ave Maria, si lodava Lotario, liberatore del nostro popolo e simbolo dei valori italiani. Persino il nuovo Papa, Misoneo, ogni domenica durante l’Angelus lo ringraziava e benediceva.
E adesso, ogni giorno, tra un coro di angeli e un organo in sottofondo, sento la voce di quel maledetto prete che recita la sua preghiera, loda il governo e ci ricorda che c’è un piano per tutti noi.
Lo conosco bene il nostro piano, io.
04/02/2026 – Video Telegiornale
Per questo ti ho portata nella nostra baita in montagna: per portare a termine il nostro piano. Oramai è tardi, per noi, per salvarci. Tu, con la tua malattia che ogni giorno si porta via un pezzo di te, ed io, con le mie ossa vecchie e stanche ormai da anni. Il nostro piano è semplicemente andarcene, con serenità.
Due giorni fa ho fatto le valigie, di fretta, mentre il mondo attorno a noi crollava. Ho preso tutto quello che sarebbe stato utile per arrivare fin qui e rimanerci finché le acque non si calmavano, ma durante il tragitto mi son reso conto che non si sarebbero mai calmate. Siamo nel bel mezzo di una tempesta e nessuno di noi due ha la forza per uscirne vivo.
E così che, mentre ci troviamo nel posto più lontano dalla civiltà che potessimo raggiungere e che racchiude così tanti bei ricordi per noi, mi trovo a riflettere su come diavolo abbiamo fatto a ridurci così. Me lo hai chiesto con leggerezza, forse senza renderti conto di cosa effettivamente stava capitando attorno a noi. E come potresti rendertene conto? Ti ho tenuta all’oscuro di tante cose, solo per farti stare tranquilla, e quelle poche che ti dicevo scivolavano via dalla tua mente in poco tempo.
Come abbiamo fatto a ridurci così?
Cerco una risposta, mentre davanti ai miei occhi scorrono immagini di quanto vissuto negli ultimi tre anni. Avrei potuto fare qualcosa? Ne dubito. A volte ci lasciamo trascinare dalla corrente perché siamo certi di non poterla combattere.
Come abbiamo fatto a ridurci così?
Una ragione semplice e diretta non c’è, provo a sintetizzare quanto accaduto in una sola frase, contorcendo tra le mani la busta scarlatta che il parroco ci ha portato a casa, il giorno prima di partire: il suo contenuto mi tenta a continuare questa battaglia per la vita, ma il mio spirito non può più reggere. E sono certo che nemmeno tu riusciresti ad andare avanti, se solo sapessi.
Come abbiamo fatto a ridurci così?
Pronti a lasciarci morire con una manciata di sonniferi. Mi assicurerò che tu te ne vada in maniera dolce, cullata dal sonno, prima di prendere la mia dose. Se non dovesse bastare, lascerò la porta di casa spalancata, nel caso che qualcuno di loro venisse a cercarci. Non ho intenzione di opporre resistenza, non ne ho la forza. Non ho intenzione di correre e nascondermi all’infinito, di tempo ne ho ben poco oramai. Non ho nemmeno voglia di ascoltare Radio della Salvezza, Don Francesco con le sue preghiere per i malati o i cortei per le strade del paese, a sostegno di Lotario e del Governo.
Vuoi davvero sapere come abbiamo fatto a ridurci così?
Ecco come: con un Governo corrotto dal potere, una Chiesa sempre più potente, un popolo sempre più imbecille e poi… e poi quel maledetto virus.
Ogni riferimento a fatti, persone, cose realmente accaduti o esistiti è da considerarsi puramente casuale, involontario e pertanto non perseguibile.
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